IL LAUDARIO DI PISA
e gli inni a Giordano, Bona e Ranieri

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Le laudi – poesie cantate a rime o a versi sciolti in volgare – furono espressione nel medioevo di una sentita devozione dei fedeli, che vollero di propria iniziativa affiancarle alle liturgie e ai rigidi inni in latino. Molte di esse sono sopravvissute ai secoli e vengono considerate inestimabile patrimonio del popolo.
Le più apprezzate dal punto di vista artistico e culturale si trovano sparse negli archivi-biblioteche del mondo. Esempio ne è il Laudario di Pisa dell’Arsenal di Parigi, conservato nel fondo del marchese di Paulmy. Questo nobile cultore di cimeli l’aveva acquistato nel 1777 dal duca de La Valliere, il quale a sua volta l’aveva comprato dal collezionista e mercante inglese di Livorno George Jackson – che lo dichiarava presso di sé nel 1756.


Il Laudario fu anche oggetto, caso abbastanza originale, dello studio in francese del linguista svedese Erik Staaff (1867-1936), che lo commentò e ne trascrisse gli inni (Uppsala, 1931). Il volume ha la rilegatura del secolo XV e riporta all’interno 112 laudi con gli spazi lasciati per la musica e rimasti vuoti.
Andando a vedere le sue caratteristiche principali e alcuni versi, se ne trova gran parte dedicate al Cristo e alla Natività (“novel canto”; “messo novello”; “uno arbore da Dio piantato”), alla Passione e al dolore della Chiesa (“piange”; “tormento”), alla Resurrezione (“mirabile”), alla Vergine (“stella lucente”; “dolce”; “pretiosa”; “regina”; “pietosa”).
Non poche sono le espressioni liriche che accostano, ad esempio, la bellezza del Salvatore alla rosa, al giglio, al fior di gelsomino.
Tra i santi, anch’essi in buon numero, sono ricordati Pietro, Paolo, Marco, Lorenzo, Martino, Giovanni Evangelista, la Maddalena.
Quelli pisani sono Giordano (n. 96), Bona (n. 103) e Ranieri (n. 112). Proprio delle laudi loro relative, riportiamo le tre foto dell’inizio e il testo, secondo la trascrizione dello Staaff.

Si percepisce, qui come in tutto il codice, il moto spontaneo di ammirazione e di affetto del popolo, espressione di quella che viene detta, invocando: “anima mia creata gentile”.


96. lauda di sancto frate giordano. |

Noi debbian laudare con-tutto lo|core
ben-debbiam cantare con-grande feruo|re
di-santo giordano ch'e nostro doctore.||

Doctore uerace di uera sciensia
molto| fue alta la-tua sapiensia
lo-bel disputare| con uera sentensia
tolto l'a-piagensa il-gran| predicatore.|

Tu predicatore sopr'ogn'excellente
sommo| eri di-gratia di-lingua ualente
memoria| sourana piaceui alla-gente
godeane la| mente di-tal correctore.|

Do-buon correctore che molto l'amasti|
da fin picciolino accio t'ausasti
lo-cu|or-e la-lingua ad-quest' ordinasti
di-te| c'infiammasti fontana d'amore.|

Fontana d'amore danso giordano|
di-tutti battuti fusti capitano
signori| et donçelli menauit'a-mano
dipo te corria|no pieno di-dolsore.|

Pien se di-dolsore col-dir dilectoso
pa|role ai di-uita do-giglio amoroso
fiore| se di-campo bello et formoso
di-te son gioio|so et gode lo-cuore.|

Di-te son gioioso con-molta letisia
lo|dati fiorensa di-te fa festa pisa
pensa| dello fructo tristisia conquisa
canta ad-gran| guisa con-tutto lo-core.|

Tu eri ·I mio core di-fiume giordano|
per te s'innamora lombardo toscano
pa|rigi t 'amaua porgeati la-mano
l'amor|te ·l-fe uano del-tuo gran-ualore.|

Del-tuo gran ualore pasceui la-gente|
faceam penitensia per-te roç'aulente
lassa|uan ghirlanda soperchi-ornamenti
ad-te|| ueramente rende grande honore.|

Degno se d'onore per humilitade
uer|gine se dicto per-la-puritade
pien fustil d'amore et di-caritade
sensa falsitade ui|cesti ogni errore.|

Error non dicesti ne ai predicato
spec|chio mondo fusti da-dio illuminato
et da-llui tu fusti di-croce segnato
in-ciel| se locato per-nostro aìtatore.|

Adiuto ci-manda non ci-abbandonare|
li-filgliuoli c'amaui per-dio nollassare
et| le-tue figliuole non dimenticare
ad dio| aduocare per-noi con-feruore.|

Giordano da Pisa (o da Rivalto) fu un dotto domenicano del convento di Santa Caterina, nato verso il 1260 e deceduto nel monastero di Piacenza nel 1311. La sua festa ricorre il 6 marzo.
La laude ne ricorda la scienza, la facilità della predicazione che riscosse gran successo a Pisa e a Firenze, e la fondazione della compagnia dei Disciplinati, o Confraternita del SS. Salvatore, detta del Crocione.


103. lauda di santa buona.||

Ciascun si sforsi di-laudar
la-uer|giene santa buona di-dio sposa.|
Ciascun laudar la-de humilemente|
tanto pia(n)gente fu al creatore
che-n-gi|ouentu fu lui tanto obbediente
ch’aband[on]o la-ma|dre per-su-amore
et prese aspor di-panni| ·incontenente
et l’astinensia le-fu gran-dolciore
con-ferro cinta macero la-carne
fuli per-lui|| ogni pen’amorosa.|
Launq’ua ando si-lli fe compangnia
alla| sua sposa cristo onipotente
san iacobo et la-uergine maria
coll’altre tre marie cer|tamente
et tanto li-fen gratia et cortesia
che| uiçiton la-casa spessamente
la-oue staua| per gran puritade
la fe di-se in-uita gratiosa.|

Gratia li-die in-donar sanitade
si come| apparue essendo peregrina
c’un homo| camminando sensa puritade
ad-morte fu| ferito quasi fina
uedendo cio si mosse| ad caritade
segno sano per-la-uirtu diui|na
et ladro conuertitte ad penitensia
et| la-sua uita a-llei fu dilectosa.|

Gratia li-die d’un-garçone ancora
lo|qual contratto ansi la-porta staua
di-santo| piero in-roma il-quale e ora
che faccia| bene per quei cui piu amaua
ella se|guendo santo petro allora
auro non| abbo disse che-n’andaua
ma tolle bene| et uanne che-tti sana
quelli che nacque| di-maria gloriosa.|

Or-la-preghiamo con deuotione
ch’ella| ci-degni per-me - - audire
et faccia ad| dio per noi orasione
che-nne conceda gia| mai non fallire
ma-dire et (fo) far con| pure orasione
si che possiam lo-suo| dolcior sentire
et per pietade si-nne do|ni pace
et faccia nostra uita uertudiosa.|

Santa Bona nacque a Pisa nel 1156. Abbandonata dal padre, fin dalla prima giovinezza avvertì la vocazione alla vita religiosa e stabilì con i Canonici di Sant’Agostino in San Martino. Compì numerosi pellegrinaggi ai luoghi santi e dimostrò sempre infinita carità verso i compagni di viaggio. Morì a Pisa il 29 maggio 1207.
La lauda ne ricorda l’abbandono paterno, la penitenza, le visioni, il miracolo della salute ridata a un pellegrino ferito da un ladro che si convertì e la seguì, e un altro miracolo sul risanamento di un fanciullo rattratto che chiedeva l’elemosina a San Pietro a Roma.


112. lauda di santo ranieri.|

Ciascuno de uolentieri
far gra|tie al criatore
di si gran confessore|
come fu santo rainieri.||

Laude de far ciascuno
che s ‘appella pi|sano
all’auta maiestade
di si gratioso|dono
come questo sourano
uangel| di-santitade
c’a-tutta la-cittade
rende sua|ue odore
tant’e aulente flore
a-chi| e in-su sentiri.|

De-con-fu-nflamato
dello diuino amore|
non uo-spiaccia d’audire
hom-era disui|ato
et era sonatore
non gl’er’altro a-gradire.
Sonando udittte re uei
l’angelo che pas|sa
la rotta adesso lassa
seguillo uolentieri.|

Quest’angelo si era
un-caualer corsesco||
frate alberto chiamato
lo-qual con-fresca| cera
un-giorno stando a-desco
con-sa-rinier| beato
tucto .l uide allumato
de lo splendor| diuino
allor disse o-peregrino
di-dio se| cau(e)alieri.|

Ranieri Scacceri nacque a Pisa circa nel 1115 da famiglia agiata e abbandonò ogni ricchezza e vanità per condurre vita di penitenza. Fu pellegrino in Terrasanta. Tornato in patria morì nel monastero di San Vito il 17 giugno 1160.
La laude ne ricorda la ‘pisanità, l’episodio di quando, mentre suonava per divertimento, vide passare il beato Alberto (“angelo di Dio” – disse una donna) e il miracolo dello Spirito Santo (lo “splendor”) che scese su entrambi durante il successivo incontro a San Vito.


Paola Ircani Menichini, 12 marzo 2021.
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RICONOSCIMENTI


Le fotografie


– La lettera «E» miniata del frontespizio (“Exultando in Iesu Christo”), da Gallica.bnf.fr (codice datato 1301-1400).

– L’inizio della laude a frate Giordano.

– L’inizio della laude a Santa Bona.

– L’inizio della laude a San Ranieri.

– F. M. Galletti, particolare di San Domenico di Soriano e santi pisani, sec. XVII, da Beweb.


Precedenti


«Il parlamento dei liberi uomini di Bibbona»

«San Piero Piccolino e le Cascine Ferdinande di Pisa»

«Mone Tedicinghi di Volterra e famiglia (inediti)»

«Case e chiassi medievali di San Piero in Vincoli di Pisa»

«Giovanna «Contessa Bianca» (di Dante) a Cortona»

«Santa Innocenza a Piana e le vie romane antiche»

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«Le mute campane – Breve storia di San Giovanni al Gatano di Pisa»

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